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12 Marzo 2024Superare i limiti della detenzione creando un ponte con l’esterno e mettendo in atto processi virtuosi che a più livelli possano aiutare i ragazzi, puntando così sul ruolo riabilitativo del carcere e generando inclusione. Sono gli obiettivi che la compagnia teatrale Petra persegue ormai da dodici anni nella casa circondariale di Potenza, con una rassegna di teatro carcere, alla quale affianca adesso un nuovo progetto dal titolo In_Out, Libertà Aumentata, realizzato in collaborazione con la casa circondariale di Potenza, in sinergia con il Provveditorato di Puglia e Basilicata, e volto a sperimentare la transizione digitale negli istituti di pena. Stakeholder del progetto la Fondazione Potenza Futura, che ne ha ospitato la presentazione all’interno del proprio auditorium, siglando un protocollo d’intesa con la compagnia teatrale Petra, in virtù degli obiettivi condivisi. Presenti alla presentazione, tra gli altri, il direttore della Fondazione Potenza Futura, Federica D’Andrea, la direttrice artistica della compagnia teatrale Petra, Antonella Iallorenzi, e il funzionario dello staff del Provveditore, Giuseppe Palo. Il progetto è finanziato dal bando Tocc – Transizione digitale organismi culturali e creativi – dei ministeri della Cultura e dello Sviluppo Economico e Teatro oltre i limiti, e sostenuto dal fondo etico di Bcc Basilicata, e vede il partenariato, oltre che della Fondazione Potenza Futura e della Nuova Tv, dell’ordine regionale degli assistenti sociali di Basilicata, del coordinamento nazionale Teatro in Carcere, di Ateneo musica Basilicata, dell’associazione culturale L’albero e dell’associazione culturale Multietnica.
L’iniziativa è realizzata all’interno del carcere di Potenza e risponde alla volontà di allargare l’esperienza agli istituti di pena di Puglia e Basilicata, sperimentando l’utilizzo dei media, la realtà aumentata e i virtual tour per superare il “limite” della condizione detentiva, favorendo una nuova visione: da luogo di vergogna a luogo di cultura, con l’obiettivo di sviluppare progetti culturali, di educazione e formazione. È un’occasione di cambiamento, un modo nuovo di relazionarsi per i detenuti-attori in un luogo capace di includere, promuovere e valorizzare le differenze. “Dopo 12 anni di esperienza all’interno degli istituti penitenziari di Puglia e Basilicata, quest’anno presentiamo un nuovo ciclo che si tiene all’interno di due progettualità – ha spiegato la direttrice artistica di Petra, Antonella Iallorenzi -, quella solita, legata al teatro oltre i limiti, che prevede una rassegna di teatro-danza, e il nuovo progetto di ricerca In_Out, che ha a che fare con la transizione digitale. La nuova sfida – ha proseguito – sarà chiederci in che modo la transizione digitale entra all’interno degli istituti penitenziari, dove per motivi di sicurezza tutti i device sono esclusi. Anche il titolo – ha concluso – tiene simbolicamente il ponte che creiamo tra il dentro e il fuori, agevolando alcuni progetti culturali territoriali all’ingresso e portando fuori quello che i detenuti sono capaci di generare in bellezza”. Il risultato finale del progetto – che prevederà l’accesso, tramite l’utilizzo di visori vr, a diversi contenuti multimediali, spettacoli teatrali, musicali, video-danza, visite di musei, siti archeologici e molto altro – sarà infatti un contenuto digitale fruibile proprio attraverso visori vr: un’opera originale realizzata dai ragazzi all’interno del carcere grazie alla direzione del regista Matteo Maffesanti. La realtà aumentata può consentire ai ragazzi di aprire spazi di pensiero, ma anche di migliorare le loro conoscenze e competenze culturali” ha sottolineato Giuseppe Palo, funzionario di staff del Provveditore di Bari. Concorde anche il direttore della Fondazione Potenza Futura, Federica D’Andrea. “È un modo – ha spiegato – per rivedere i paradigmi che ci portano a considerare la vita detentiva come qualcosa di estremamente distante dalla vita di tutti i giorni. Ecco quindi che un progetto di questo tipo, che rivede il concetto di libertà facendo sì che i detenuti possano prendere coscienza del mondo in continua evoluzione al di fuori del carcere diventa fondamentale – ha proseguito -, e per noi era importante sostenerlo, perché crediamo che vada ad impattare sull’articolo 27 della Costituzione, che stabilisce che il carcere abbia funzione riabilitativa e non punitiva”. Nell’ambito del protocollo la Fondazione ha inoltre donato due visori alle case circondariali. “La Fondazione Potenza Futura – ha proseguito Federica D’Andrea – voleva essere al fianco della Compagnia teatrale Petra e di tutti gli altri partner in maniera concreta, per questo abbiamo deciso di donare due visori che permetteranno alle persone che si trovano in carcere per un periodo della loro esistenza di vivere il mondo esterno e avviarsi alla rivoluzione digitale in corso, che sta travolgendo tutti noi”. Creando così proprio il ponte racchiuso nel titolo della rassegna, in grado di trasportare dentro e fuori degli istituti penitenziari, in un confine reale e tangibile che si amplifica ulteriormente se accostato alla trasformazione digitale.